I MINISTRANTI DELLA PARROCCHIA
DELLE SACRE STIMMATE

25.05.2010

Essere ministranti non è soltanto fare qualcosa durante le celebrazioni, prestare un servizio liturgico... essere ministranti è vivere a ritmo di dono; perché servire è donare qualcosa: tempo, impegno, disponibilità... è gareggiare in generosità e, quando il gioco si fa duro, in pazienza.

 

 

Essere ministranti è un atteggiamento che ci fa essere amici di tutti perché siamo amici di Gesù.


Perché ogni cosa la facciamo avendo un modello: Gesù.
Lui per primo ci ha amati ed ha amato tutti.
 

 

 

Tenendo fisso il nostro sguardo su Gesù abbiamo sempre nel cuore il perché di ciò che facciamo e viviamo... e questo porta i suoi frutti!


Il ministrante è colui che svolge un servizio pieno, attivo e consapevole a Dio e all'assemblea. Il suo è considerato un vero e proprio ministero liturgico. Dal momento che il ministrante, nel condurre la sua vita, è chiamato ad assumere un comportamento conforme agli insegnamenti del Vangelo, è particolarmente indirizzato a svolgere compiti di apostolato.


 

Prima del Concilio Vaticano II si usava il termine chierichetto, diminutivo di "chierico", derivato dal latino clerum, a sua volta ripreso dal greco kleros, con il significato di "parte scelta". 

Con la riforma liturgica si è voluto specificare qual è il senso e la forma di questo ministero e si è sostituito il termine "chierichetto" con "ministrante", che viene dal latino ministrans, "colui che serve". È detto anche "ministro dei ministri", essendo al servizio di essi.

I ministranti sono organizzati in gruppi liturgici parrocchiali con assistenti per la formazione e responsabili per l'organizzazione. Si entra a far parte del gruppo dopo un periodo di prova e di formazione per  svolgere al meglio il servizio.

 

 

Gli abiti dei ministranti sono molteplici e differenti. A seconda della tradizione locale e delle indicazioni del Vescovo

 

Il santo patrono dei ministranti è san Tarcisio il protomartire dell' Eucaristia, ucciso da soldati romani mentre stava portando l'Eucarestia ai carcerati. I militi, non essendo riusciti a rubargli il corpo di Cristo, innervositi lo ammazzarono.